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Siamo costretti a tornare a trattare fatti di cronaca, con decisione che forse turberà qualcuno, per ribadire il dovere dei catanesi di essere presenti a sé stessi.
Apprendiamo dai quotidiani catanesi della profanazione dell’altare pubblico seicentesco dedicato a Sant’Agata, nel luogo da cui le reliquie salparono verso Costantinopoli, comparso stamane del tutto imbrattato di feci. Appare superfluo e forse inopportuno commentare lo schifo che genera la notizia, e verrebbe quasi da prendere l’esempio dai napoletani, che – a fronte del preteso “declassamento” di San Gennaro – gli dedicarono un memorabile graffito: San Gennà, futtetenne! Si, probabilmente la Giustizia Divina se ne fotte, ma noi no, non possiamo e, per dirla con Pio VII, non dobbiamo fottercene, non dopo che è stata ampiamente dimostrata l’inarrestabile tendenza a demolire la nostra cultura in nome della merda, intesa nel senso figurato di escremento, quale il ciarpame indifferentista diffuso dai varii establishment politico-culturali contemporanei. Continue reading